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La coltivazione

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La coltivazione

Le forme di allevamento utilizzate nella viticoltura italiana sono varie: l'alberello è diffuso nelle zone in cui le condizioni climatiche limitano lo sviluppo della coltura, il cui ceppo si eleva per pochi decimetri dal suolo; il cordone speronato prevede che il fusto venga portato all'altezza di circa 1 m da terra e teso su di un primo filo della medesima altezza; i pergolati sono tipici della Romagna e del Trentino, mentre in Puglia predomina il tendone, che è utilizzato soprattutto per le uve da tavola. La produzione inizia dal secondo o dal terzo anno dall'innesto. In produzione si eseguono la potatura secca, con cui si recidono i tralci che hanno già prodotto, e la potatura verde che prevede diversi interventi quali la cimatura, l'eliminazione dei germogli ascellari, lo sfoltimento delle foglie al fine di esporre il grappolo al sole. La raccolta avviene scalarmente, dopo che è stata determinata la maturità; in Italia è diffusa soprattutto la raccolta manuale. Le avversità e i problemi che affliggono la coltura sono costituiti da malattie fungine quali l'oidio, la peronospora, il mal dell'esca e la botrite, da malattie virali quali l'accartocciamento e l'arricciamento fogliare e il mosaico giallo, da acari e numerosi insetti che attaccano la vite e, ancora, da fisiopatie quali la clorosi ferrica.

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