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La storia della Toscana

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Dai Lorena all'Italia

Al momento dell'estinzione dei Medici (1737) la Toscana percepì la sua fragilità istituzionale: velleitari furono in quella circostanza i propositi di restaurare la repubblica come risposta all'ingerenza delle potenze straniere, ormai artefici delle scelte. Per un gioco di contrappesi continentali, la Toscana fu attribuita alla dinastia dei Lorena così compensati della perdita del loro antico patrimonio: fu la premessa per l'inserimento della regione nell'orbita imperiale, sancito dal matrimonio tra il lorenese Francesco Stefano e l'imperatrice austriaca Maria Teresa. La Toscana riprese il proprio processo di crescita in virtù di un robusto riformismo, che toccò l'apice sotto Pietro Leopoldo, granduca dal 1765 al 1790, uno dei più intraprendenti e lucidi sovrani dell'Europa nell'età dei Lumi. Le riforme economiche, avviate all'insegna dei principi liberistici della fisiocrazia, tanto quanto le riforme istituzionali, tra cui l'importante promulgazione del Codice leopoldino del 1786, furono favorevolmente accolte da una società disposta ad accettare un misurato cambiamento che i progressi economici stavano valorizzando. Per sei anni, dal 1801 al 1807, Napoleone accettò l'esistenza di quell'unità politica regionale, costituendola in Regno d'Etruria, prima di annetterla all'impero francese. Con la Restaurazione tornarono al potere i Lorena, il cui tratto di tollerante paternalismo consentì alla cultura liberale e patriottica di trovare un luogo dove esprimersi in forme di libertà altrove represse; la Toscana divenne culla della cultura neoguelfa, ma dopo le rivoluzioni del 1848 prevalsero le correnti laiche, di matrice sia radicalmente democratica, sia moderata e filomonarchica. Nel 1859, nel vivo della seconda guerra d'indipendenza, venne allontanato l'ultimo dei Lorena, premessa per il voto plebiscitario di annessione al Piemonte (1860). Del nuovo Regno d'Italia la Toscana fu parte significativa, soprattutto per l'apporto della cultura politica del moderatismo, che ebbe in Bettino Ricasoli il suo principale esponente. Dal processo postunitario di industrializzazione la Toscana trasse spunto per rafforzare nuclei isolati di industrie più che per creare un tessuto diffuso di fabbriche, così che l'economia mantenne un carattere prevalentemente agricolo. Terra in cui era diffuso l'associazionismo contadino, influenzato dalla cultura cattolica e dalle idee socialiste, nell'inquieto clima del primo dopoguerra, la Toscana fu anche uno dei punti di forza della reazione del partito degli agrari, che appoggiarono il movimento fascista dandogli un tono movimentista e rivoluzionario.

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